Ciao Nicholas.
Ci ho pensato un po’ prima di scriverti.
Non è mia abitudine arrivare in corsa ad una conoscenza sbrodolando fiumi di
parole.
Non so neanche se leggerai mai queste mie riflessioni a te dirette.
Oggi coi tuoi capelli rossi, gli occhi azzurri e le spalle spelacciate mi hai
proprio colpito.Il fatto poi che tu abbia scelto un nudo integrale in una piscina cittadina l’ho
trovato un atto di grande coraggio e sfrontatezza, ai miei occhi per niente inopportuno,
giusto un filo di protezione in più l’avrei messa ecco.
Sei riuscito a catalizzare quasi completamente la mia attenzione, nonostante la
voglia di eclissarmi rispetto ad una domenica in pieno relax con la ZiaFlo e
senza Sofia.
Sei ore insieme sono quasi volate tra sole, schizzi d’acqua, pelle che ha
iniziato a bruciacchiare, schizzi d’acqua, parole sopraggiunte da piccole
folate di vento, schizzi d’acqua.
Nicholas…
Quando la mamma dice: “no Nicholas, basta giocare con l’acqua. Adesso andiamo a
casa” la devi ascoltare.
Lo so che a tre anni in piscina puoi giusto giocarci con l’acqua ma la mamma ha
continuato a ripeterlo: “no Nicholas, basta. Adesso andiamo a casa”.
L’abbiamo capito tutti tranne te, forse, Nicholas.
O forse visto che la mamma, nonostante il tuo perpetrare il divieto non abbia fatto
il borsone portandoti poi a casa, ti ha reso più forte e legittimato a sbordare l’acqua.
Ma la mamma va ascoltata Nicholas.
Te lo chiedo da mamma: aiutateci, soprattutto nei momenti di pubblico consenso.
Soprattutto la domenica.
La mamma Nicholas va ascoltata anche quando è stanca e vorrebbe godersi una
giornata di piscina come la mia, senza figlia al seguito.
E lei ci spera davvero che il suo richiamo sia efficace, per quanto le sue
parole con quel tono minaccioso siano poco credibili.
Ma tu non glielo puoi dimostrare continuando a stare le ore in ammollo a
giocare.
Dai Nicholas, ormai sei grande!
L’hai sentita dopo pranzo quando ti ha detto “regola numero uno: la mamma beve
il caffè”?
Cosa voleva dire secondo te la mamma con “regola numero uno: la mamma beve il
caffè”?
Ti voleva dire che è stanca Nicholas, ma davvero è stanca.
Lo so che non c’entra la regola con il caffè, che il caffè è un piacere, un
vezzo, un bisogno, un momento di totale distaccamento dal piano di realtà per
poi tornare in full immersion negli impegni della vita, che è un momento alieno
per voi bambini… ma anche tu, giocatela con: “regola numero
due: Nicholas si mangia un gelato”?
Si finiva in una risata tutti quanti e poi dritti in piscina.
Invece tu no, l’hai solo guardata per cercare di capire a cosa servisse quella
regola.
La mamma l’ha capito che tu hai capito che ne stava dicendo un’altra delle sue un
po’ bizzarre.
Ma ti garantisco, da mamma e da essere umano, che dopo pranzo se non si beve il
caffè – regola o non regola – è un disastro.
Si fa fatica a connettere, il mal di testa arriva surfando sul cervello e non
si riesce a continuare con la stessa energia che precedeva il pasto.
Ora, vogliamo tutti che la mamma possa bere il suo caffè e tornare nell’area
relax per giocare con il suo Nicholas?
Sì gioia, lo vogliamo tutti.
Quindi Nicholas, accettiamo l’originalità della regola e procediamo senza
capricci.
Ecco, magari quando sarai grande tu e avrai dei figli tuoi… pausa caffè e
sigaretta non chiamarla proprio “regola”, chiamala più momento di
autocompiacimento, chiamala voglia di evadere ritagliandosi due minuti di sano
egoismo, chiamala vizio, chiamala bisogno di rilassarsi… ma ti prego non
chiamarla regola.
Le regole sono altre Nicholas.
Accetta poi un altro piccolo consiglio: la prossima volta che la mamma dice
basta, tu ascoltala e vai da lei.
Cerca si coinvolgerla in un nuovo gioco… Chessò… ce l’avrai un pallone, delle
bolle di sapone, dei birilli in plastica dura da buttare a terra con il
boccione?
O anche i gormiti, se non sono già passati di moda, dovresti averne almeno un
sacchetto dell’esselunga pieno.
Tu portali in piscina, ma non in acqua Nicholas.
Fatti uno zainetto con giochini da simil-spiaggia-ricreativa-cittadina e armati
di santa pazienza.
Non tutto si potrà fare, perché la zona relax di un bordo piscina, per
definizione, se è relax vorrebbe che i suoi frequentatori sfruttassero al
meglio quelle ore per fare… il niente, il niente più totale.
So anche Nicholas che dall’alto dei tuoi tre anni è dura capire che si può anche
fare niente.
Ma tu hai la nannina del pomeriggio – che oggi hai bellamente saltato e di cui
tutti noi, mamma compresa, abbiamo sentito proprio la mancanza – dove di fatto
con quel niente ti ricarichi, ti rigeneri, ti rivitalizzi, riparti con un
entusiasmo verso le cose che non avresti avuto diversamente e che ti
impedirebbe di arrivare a cena rilassato, con un dopo cena smanioso di giocare
ancora con mamma e papà per poi decidere di finire la tua giornata con una
bella digestione e il letto rifatto da mamma quando, dopo la colazione, ti sei
messo a giocare in soggiorno.
Ora vado Nicholas, ho detto troppo e sono un po’ stanca anch’io.
Nonostante non ci fosse Sofia in piscina con me, nonostante Sofia sicuramente non
avrebbe schizzato l’acqua tutto il pomeriggio, nonostante tutto sono stanca
anch’io.
Ora un pensierino va a te che avrai finito la tua cena preparata con amore da
mamma, nonostante la stanchezza di una giornata in piscina con il sole, il
caldo, il cloro e il Nicholas.
E metti un po’ di crema lenitiva stasera, che con la pelle chiara che hai
domani rischi di essere fosforescente e non voglio che la mamma abbia anche dei
sensi di colpa per averti portato in piscina.
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