venerdì 12 ottobre 2012

Natale con i tuoi, compleanno con chi vuoi

Alla prima lezione di armonizzazione corporea segue la prima festa di compleanno.
Ad un'ora di esplorazione dei sensi segue un'ora di nonsense.
Musica contro urla.
Costruzione contro distruzione.
Ma al primo invito per una festa di compleanno non si può dire no.
Se poi è da Meg Donag... eh, dai mamma.
Un angolo riservato, due tavoli, uno scivolo tubolare, scatole di happy meal, scarpe sul tappeto, pacchi, pacchetti e pacchettini.
E loro urlanti.
Maledettamente urlanti.
Selezionati al concorso 'Antipatia portami via'.
Drammaticamente uniti nello sforzo di rendere il momento di festa, una fotografia riuscita di spalle.
Tutti canterini,peccato però ognuno con un motivo e tono diverso.
Ma il coro dell'Antoniano si unisce al momento dello spacchettamento che, da che mondo e mondo, è quello più eccitante per il festeggiato di turno.
Parte la canzone 'Straccia la carta', che nel titolo restituisce sense al nonsense.
Le gemelle cantano più degli altri (che poi una urli: silenzio che a mia sorella date fastidio... e la sorella effettivamente dimostri disappunto cercando di scavalcare le altre voci mi fa venire i brividi).
Sparisce la festeggiata. L'emozione gioca un brutto scherzo: scappa pipì, non c'è regalo che tenga.

Tornano con straccia la carta, che - nella sua estenuante perpetuazione - strazia anche i genitori che li han partoriti.
Lei torna, parte il coro dei tanti auguri che poi continua nella versione èppibordeituiu perchè non vogliamo farci mancare il momento internazionalpopolare.
Commozione.
Silenzio.
Candeline soffiate.
Candeline risoffiate perchè il flash non è scattato e per cortesia ridi-soffia-guardami-e-non-fare-quella-faccia-con-tutto-quello-che-ho-speso.
Buio.
Stracciamento completato, pazienza ai minimi termini.
Vince il mondo di Hello Kitty.
Segue abbigliamento nello stile ti dico io come vestir tua figlia.
Solo un libro, ma la festeggiata ci guarda e non ci sorride.
Festa finita.
Tutti a casa.
Happy End

2 commenti:

  1. Il 'ti dico io come vestir tua figlia' è tipico.
    Solitamente seguito da: "Se non va bene si può cambiare".

    Che libro le avete regalato?

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    Risposte
    1. "Se non va bene si può cambiare" di solito ha quel sapore di sfida: "dai, forza... vediamo se hai il coraggio di dire davanti a tutti che non ti piace"!
      Le abbiamo preso un libro di Richard Scarry con la premessa velata "ti dico io cosa deve leggere tua figlia" ;-)

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