lunedì 11 febbraio 2013

Invidiatemi come io ho invidiato voi

Non so se sia più difficile scegliere di rappresentare un dramma dove in scena si racconta l’infanzia violata o decidere, da genitore, di andare a vederlo.
Sono andata a vedere questo spettacolo, mettendo in conto il rischio di richiamarmi addosso quella paura ancestrale che è meglio non andare ad invocare. Anche se solo rappresentata.
Lo spettacolo si chiama “Invidiatemi come io ho invidiato voi” e nella memoria cerco di scavare un brandello di ricordo che appartiene alla mia infanzia di catechesi e che si aggroviglia intorno all’espressione Amatemi come io ho amato voi.

Ma qui l’amore è esasperato e profanato.
Ma soprattutto qui non viene proposto - anche nel senso più ateo del termine - un modello di società ideale fondato sull’amore che genera amore, ma viene vomitata un’abiezione generale che fa rabbrividire proprio perché, apparentemente distante, ma tanto reale e attuale.
Invidia.
Invidia.
Invidia.
E in virtù proprio di questo passaparola invidioso ed invidiato, a noi spettatori viene chiesto un lavoro di ricerca più profonda, che va oltre quel terribile fatto di cronaca nera raccapricciante in stile Un giorno in Pretura.
Ci viene chiesto di ascoltare. Ascoltarli tutti, ascoltare tutte le loro verità, tutte le loro bassezze schermate dal doppio ruolo di accusati/accusatori – vittime/carnefici nell’espressione di chi sapeva che sarebbe andata a finire così prima o poi, ma… E dietro a quel ma c’è un valico più alto della montagna e più profondo del mare.
In scena tensione per un’ora e mezza.
Uno spettacolo davvero interessante, dove ogni attore ha recitato con passione vestendo panni verosimili, da sembrare cuciti addosso alla fisicità e alla personalità di ognuno di loro…
Scoperti invece poi, a termine dello spettacolo, in tutti i loro sorrisi scarichi di tensione e tolti dall’impegno della messa in scena.
Lo spettacolo è scritto e diretto da Tindaro Granata con (in ordine alfabetico): Tindaro Granata, Mariangela Granelli, Paolo Li Volsi, Bianca Pesce, Francesca Porrini, Giorgia Senesi.
E' prodotto da BIBOteatro in collaborazione con ProximaRes.
L’ho visto in un particolarissimo Ambulatorio d’Arte Van Ghè a Milano.

Bello davvero e bravi loro.
Tanto da sconvolgere, travolgere e anche coinvolgere.
L'ho visto e ho sentito il bisogno di condividerlo.
Da spettatrice.
Da mamma.

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